Le ultime cure per la psoriasi sono state sperimentate con successo su una notevole percentuale di pazienti che ne hanno tratto numerosi benefici sia immediati che nel lungo tempo.
La psoriasi è un disturbo infiammatorio cronico della pelle con probabile eziologia autoimmune e genetica, che, per il suo andamento recidivante con fasi di apparente remissione ad altri di aggravamento, richiede terapie continuative e molto mirate.
Ultimo aggiornamento 2024-04-08
Ultimo aggiornamento 2024-04-15
Il termine “psoriasi” deriva dal vocabolo greco “prurito” , manifestazione che solitamente accompagna l’insorgenza di macchie rossastre e spesso ricoperte di squame epidermiche disidratate, tipiche della malattia.
Indice
Quali sono i principali meccanismi eziologici della psoriasi
Un fattore scatenante deve poi attivare il sistema proliferativo per dare inizio alla malattia; anche se al momento gli studi non sono ancora completati, sembra che le cellule coinvolte nella genesi della psoriasi producano dei segnali chimici (interferone e linfochine).
L’epidermide psoriasica presenta un’abnorme reattività a stimoli considerati fisiologici e tale comportamento viene considerato un importante fattore predisponente per l’insorgenza della sintomatologia.
La presenza di un’elevata quantità di NGF (Nerve Growth Factor) contribuisce a stimolare la proliferazione incontrollata dei cheratociti e contemporaneamente ne limita la morte per apoptosi cellulare.
Nelle lesioni psoriasiche si osserva un turnover epidermico di quasi 10 volte superiore a quello della pelle sana, con iperproduzione di cheratociti immaturi ed anomali.
In base alla differente estensione sul corpo, la psoriasi può essere classificata “lieve” quando interessa meno del 3% della superficie cutanea totale, “moderata” se interessa dal 3% al 10%, e “grave” se colpisce oltre il 10% del corpo.
A seconda dell’estensione delle macchie, della loro gravità ed anche dello stato di salute generale del paziente viene impostato uno schema terapeutico mirato che, tenendo conto della multifattorialità del disturbo, deve agire su vari aspetti. Vedi anche Tipi di psoriasi.
Quali sono gli approcci terapeutici della psoriasi
Ultimo aggiornamento 2024-04-08
Il principale fattore discriminante nella cura della psoriasi è rappresentato dalla sua estensione poiché le forme maggiormente localizzate e confinate ad aree limitate tendono a regredire spontaneamente anche senza nessuna terapia.
Nei casi più seri, gli approcci terapeutici comportano varie soluzioni: si parte di solito da farmaci per uso topico (come creme, pomate, unguenti, gel o lozioni), il cui impiego è localizzato unicamente nelle zone psoriasiche.
Si procede con l’esposizione terapeutica alla radiazione solare associata all’impiego di sostanze catramose o di oli minerali (fototerapia chemioterapica); nelle forme più gravi si deve fare ricorso a medicinali di tipo sistemico.
Che cosa sono i farmaci biologici
I farmaci biologici rappresentano uno dei maggiori successi nell’ambito dei protocolli delle ultime cure per la psoriasi in quanto sono caratterizzati da un’elevata selettività d’azione.
Il meccanismo d’azione di tali preparati consente di ottenere un’ottima efficacia terapeutica con assoluta assenza di tossicità e buona tollerabilità, in particolare nei trattamenti a lungo termine.
I farmaci biologici agiscono con differenti modalità sui processi immunologici che stanno alla base della genesi del disturbo, interessando principalmente i linfociti T, cellule immunomodulanti molto diffuse nel sangue e principali responsabili delle risposte immunitarie.
Quando si altera il rapporto funzionale tra linfociti T e cheratociti si viene a creare uno squilibrio che provoca l’insorgenza di processi flogistici con la comparsa delle macchie eritematose e delle squame cheratiniche.
Tali farmaci biologici vengono sintetizzati mediante tecniche ricombinanti sul DNA (Acido DesossiriboNucleico), che consentono di modulare la struttura delle sue basi azotate.
Il loro meccanismo d’azione consente di intervenire su TNF e interleuchina, molecole specifiche attivate nella psoriasi, impedendo che agiscano innescando i processi proliferativi a livello dei cheratociti.
Si tratta di anticorpi monoclonali assolutamente privi di tossicità, che pertanto possono venire impiegati per lunghi periodi di tempo senza provocare alcun effetto collaterale.
Una volta impostata la terapia con farmaci biologici, è necessario non sospenderla più poiché la cronicità della patologia richiede un trattamento continuativo, anche se con frequenze progressivamente minori.
La modalità di somministrazione prevede iniezioni sottocute oppure infusioni endovenose che, almeno nelle fasi iniziali, devono venire eseguite in ambiente clinico e seguite da personale medico.
Farmaci di ultima generazione per la psoriasi
Ixekizumab è uno dei più recenti anticorpi monoclonali sintetizzato per la cura della psoriasi, attualmente ancora in fase di sperimentazione, ma già approvato dalla EMA (European Medical Agency).
Tale preparato si è rivelato estremamente efficace su oltre 80% dei pazienti trattati e affetti da psoriasi a placche in forma grave o moderata; lo schema terapeutico prevede due iniezioni mensili nella fase d’attacco, per poi passare ad un’unica somministrazione mensile.
Come terapia di mantenimento viene effettuata un’iniezione ogni tre mesi, anche dopo la remissione di sintomi, per scongiurare il rischio di recidive.
Questo medicinale attacca direttamente l’interleuchina 17A, una molecola appartenente al gruppo delle citochine pro-infiammatorie che viene prodotta dai linfociti T-helper.
Il legame tra Ixekizumab e interleuchina 17A è in grado di inibire la risposta autoimmune responsabile dell’insorgenza di psoriasi, contribuendo a diminuire notevolmente l’epidemiologia di tale disturbo.
Guselkumab è un altro farmaco biologico che inibisce l’interleuchina 23, agendo con un meccanismo d’azione particolarmente rapido ed attenuando i sintomi della psoriasi dopo poche assunzioni.
Secondo numerosi studi epidemiologici, questo medicinale è in grado di migliorare le condizioni di vita dei pazienti in oltre 90% dei casi trattati; si tratta di un risultato molto incoraggiante che conferma la validità dei farmaci biologici.
Interleuchina 23 è una proteina appartenente al sistema immunitario che precorre la sintesi di interleuchina 17A, diretta responsabile dell’insorgenza della malattia.
Il farmaco quindi effettua un’inibizione indiretta in quanto agisce su un composto precursore, ma la sua efficacia si mantiene inalterata per alcuni anni; anche in questo caso il principio attivo viene iniettato sotto cute con differenti schemi posologici decisi dallo specialista.
Il brodalumab si è rivelato efficace dopo due settimane di terapia nel 75% dei pazienti trattati; si tratta di un anticorpo monoclonale la cui attività è concentrata a livello delle interleuchine responsabili della genesi di psoriasi a placche di grado moderato e grave.
Questi farmaci offrono molti vantaggi sia per la loro ottima tollerabilità sia perché, dopo le prime somministrazioni effettuate dal medico, è possibile proseguire la terapia in maniera autonoma, mediante autosomministrazione.
Si tratta di medicinali di facile impiego e che richiedono una frequenza di somministrazione estremamente contenuta; il fatto che dopo sole quattro settimane la pelle risulti ripulita quasi completamente dalle placche è di grande aiuto per i pazienti.
Recentemente è stato presentato un nuovo farmaco, Skilarence, il cui principio attivo è il dimetilfumarato; si tratta di un medicinale per uso orale molto efficace, caratterizzato da un ottimo profilo di sicurezza e da una estrema flessibilità nei dosaggi.
Un’integrazione supplementare di acido fumarico svolge un effetto terapeutico di notevole efficacia in relazione al fatto che, secondo alcune ricerche scientifiche, la carenza di questo composto potrebbe essere una concausa predisponente all’insorgenza della malattia.