Psoriasi in gravidanza

La psoriasi in gravidanza può manifestarsi in differenti periodi che riguardano la fase del concepimento, i nove mesi di gestazione e continuare anche dopo il parto.

Trattandosi di un distubo con una componente autoimmune su base genetica, la sua comparsa in gravidanza può comportare conseguenze sia per la madre che per il feto, e pertanto deve venire curato in maniera mirata ed efficace.

Abbiamo selezionato delle creme appositamente create per essere utilizzate anche in gravidanza, ecco le migliori sul mercato:

Ultimo aggiornamento 2024-04-14

Secondo numerose ricerche scientifiche, sembra che il modello di ereditarietà coinvolga combinazioni di geni diversi oppure più geni distinti; poiché questi sono costituiti da cromosomi contenenti DNA (Acido DesossiriboNucleico) la matrice ereditaria è molto probabile.

Rapporto tra psoriasi e concepimento

Psoriasi in gravidanza Numerose indagini statistiche concordano nell’affermare che il 30% dei pazienti affetti da psoriasi ha un parente che ne soffre o ne ha sofferto; per questo motivo, al momento del concepimento, una donna con famigliarità alla malattia può mostrare giustificati timori.

Se uno dei due genitori è affetto da questa patologia, il figlio ha una probabilità pari al 10% di soffrire del medesimo disturbo; probabilità che aumenta fino al 50% se ambedue i genitori sono ammalati.

La psoriasi ha una eziologia multifattoriale che dipende non soltanto da una matrice genetica, ma anche da fattori ambientali; pertanto l’insorgenza della malattia nel neonato non è collegabile unicamente all’influenza del patrimonio ereditario dei genitori.

Rapporto tra psoriasi e gestazione

Una gestante affetta da psoriasi solitamente mostra una regressione dei sintomi durante i tre trimestri di gravidanza; infatti oltre il 50% delle future mamme manifesta un evidente miglioramento del disturbo. Un 25% delle donne gravide non mostra alcun cambiamento e soltanto il restante 25% lamenta un peggioramento.

Per quanto riguarda la comparsa di psoriasi in gravidanza sembra che dipenda dall’assetto ormonale della gestante relativo alle concentrazioni di estrogeni e progesterone: durante i nove mesi di gestazione si verifica un progressivo aumento della concentrazione di questi due ormoni deputati a garantire un corretto svolgimento della gravidanza.

Gli estrogeni sono composti chimici coinvolti nelle risposte immunomodulanti dell’organismo verso determinati agenti esterni (antigeni); il loro meccanismo d’azione favorisce una situazione di tolleranza immunitaria.

La gravidanza viene considerata uno stato di immuno-modulazione fisiologico e, come tale, è associata ad una modificazione della sintomatologia psoriasica.

Durante i tre trimestri di gestazione la psoriasi può insorgere su donne che in precedenza non ne avevano sofferto, tuttavia la cosa è però piuttosto rara.

La gestione terapeutica di questa malattia durante la gravidanza presenta alcune problematiche collegate alla tipologia di farmaci che in alcuni casi potrebbero attraversare la barriera placentare e raggiungere il feto.

In alcuni casi i fattori scatenanti che attivano la componente genetica della malattia sono collegabili ad affezioni dell’apparato respiratorio, in particolare tonsilliti da streptococco. In seguito all’isolamento dell’antigene responsabile del disturbo psoriasico, si è notato come questo sia identico a quello scatenante la tonsillite streptococcica.

La comparsa di psoriasi all’inizio della gravidanza può rappresentare un problema piuttosto serio, in relazione al fatto che la malattia tende a cronicizzarsi e quindi si ripresenta ciclicamente nel tempo. Questo può significare che anche nei trimestri successivi la gestante continua a mostrare la sintomatologia tipica di questo disturbo, con interessamento di aree cutanee sempre più estese.

Come conseguenza di tale situazione, può verificarsi una localizzazione psoriasica a livello dei capezzoli, con l’insorgenza di lesioni cutanee di tipo fissurato, di ragadi, e di ulcerazioni della zona epidermica areolare.

Dopo il parto e nel periodo dell’allattamento, la presenza di lesioni di questo tipo sui capezzoli può compromettere in maniera evidente la nutrizione al seno del neonato, che in alcuni casi può contrarre la malattia sotto forma di psoriasi guttata.

Infatti il tipo di psoriasi che colpisce i neonati nelle prime fasi di vita ed in generale i bambini nella prima infanzia, è il tipo guttato, consistente nella presenza di papule rilevate a forma di goccia, riunite in ammassi piuttosto estesi e molto pruriginosi.

Se l’elevata concentrazione di estrogeni protegge la donna durante la gravidanza, al momento del parto, tale azione protettiva scompare, poiché si ha un picco negativo di tali ormoni.

Ultimo aggiornamento 2024-04-14

Collegamento tra ormoni sessuali e psoriasi durante la gravidanza

Gli ormoni sessuali che vengono sintetizzati durante la gravidanza sono gli estrogeni, il progesterone e la prolattina, il cui ruolo risulta fondamentale nella modulazione della risposta immunitaria della gestante. In particolare, la prolattina svolge un effetto stimolante sul sistema immunitario, incentivando le reazioni di autoimmunità.

Le gestanti che presentano iperprolattinemia (elevate concentrazioni di prolattina nel sangue) mostrano un peggioramento di numerose manifestazioni cliniche tra cui la psoriasi. La prolattina si comporta quindi in maniera completamente opposta agli estrogeni, grazie ai quali la psoriasi tende a risolversi durante la gravidanza.

Per questo motivo, le donne la cui sintomatologia psoriasica si attenua durante la gravidanza, probabilmente hanno elevati livelli di estrogeni e basse concentrazioni di prolattina. Le variazioni ormonali si mantengono anche dopo il parto, condizionando in maniera più o meno evidente la comparsa dei sintomi caratteristici della malattia.

Quali sono le terapie per la psoriasi in gravidanza

Durante la gestazione, il trattamento della psoriasi deve tenere conto dell’eventuale passaggio dei principi attivi farmacologici attraverso la barriera placentare, in quanto molti farmaci mostrano dannose ripercussioni sul feto.

Per questo disturbo vengono solitamente impiegati rimedi per uso topico, si tratta di crema, lozione, gel o unguento, da applicare localmente sulle zone ammalate. Poiché alcuni prodotti per uso topico sono nocivi per il feto, è sempre necessario consultare lo specialista prima di applicare qualsiasi tipo di preparato cutaneo.

Ultimo aggiornamento 2024-04-15


La fototerapia a raggi UVB viene considerato il trattamento d’elezione, in quanto si tratta di un trattamento efficace e sicuro, che non ha ripercussioni sul nascituro. Bisogna però tenere presente che tale tecnica degrada l’acido folico, diminuendo i suoi livelli ematici, e provocando stadi carenziali piuttosto pericolosi.

Pertanto, questa terapia deve essere associata ad una mirata integrazione con acido folico per ripristinare le concentrazioni corrette a livello sierico.

Nei casi di maggiore gravità, può essere necessario l’impiego di farmaci sistemici, evitando al massimo i medicinali con comprovati rischi teratogeni. Anche l’utilizzo di farmaci sistemici innocui deve essere comunque valutato con attenzione durante la gravidanza, in quanto può causare un’ipertensione di rimbalzo, un ritardo della crescita intrauterina del feto, un parto prematuro o anche la nascita di un bambino sottopeso.

L’impiego di farmaci biologici di ultima generazione viene sconsigliato durante i nove mesi di gestazione, in quanto trattandosi di anticorpi monoclonali potrebbero modificare in maniera imprevedibile la salute del feto.

Di solito, la crema per la psoriasi che viene consigliata alle gestanti, include sostanze emollienti e analoghi della vitamina D, steroidi topici, acido salicilico e catrame.

In particolare gli steroidi topici sono innocui tranne il clobetasolo, che è meglio non utilizzare. Tutti i preparati topici sono sconsigliati nel primo trimestre di gavidanza per i loro potenziali effetti dannosi sul feto, in questo periodo la psoriasi può essere trattata unicamente con prodotti idratanti ed emollienti oppure con la fototerapia a raggi UVB.